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Basta tinta!

Basta tinta, sempre più donne si concedono la libertà di esprimere se stesse anche liberandosi dal vincolo di alcuni diktat estetici.

Penso che questo sia un movimento nato dalla necessità di “libertà” che le donne stanno sentendo e manifestando sempre di più negli ultimi anni. Libertà che parla di vincoli culturali e sociali che in un qualche modo, esplicito o meno, hanno chiesto alle donne, fin dalla notte dei tempi, di rappresentarsi al mondo in modo “curato” ed esteticamente gradevole. Obblighi sociali che le donne hanno a sempre “subito” come quello della bellezza, magrezza, giovinezza. E proprio quest’ultimo è quello che maggiormente ci ha programmate al non accettare il tempo che passa e ai cambiamenti che inevitabilmente il nostro corpo compie in armonia con gli anni. In un qualche modo disconosciamo la possibilità che questi cambiamenti abbiano un senso e un significato. Una buona dose di realtà ci aiuterà a comprendere che l’invecchiamento è qualcosa di assolutamente naturale e organico.

Ci imponiamo regole e costrutti sociali che qualcuno ha deciso impostando i canoni di bellezza con diktat rigidi e preconfezionati, come ad esempio quello che le donne non debbano far vedere i capelli grigi o bianchi. I capelli grigi e bianchi devono subito essere nascosti da un colore che mima una giovinezza irrealistica.

Il concetto di bellezza è stato da sempre collegato all’età, non riconoscendo che ogni età ha la sua bellezza e soprattutto non riconoscendo la bellezza interiore dell’individuo. 

Più prendiamo distanza da un concetto di bellezza olistico, che prenda in considerazione anche gli aspetti più sottili, più saremo schiavi dei diktat esterni che ci vogliono sempre belle e giovani. 

Dovremmo imparare ad apprezzare i segni de tempo, oppure a guardarli e dargli un significato in base a ciò che può averli causati: un grande dolore, una grande stanchezza, un’abitudine comportamentale a livello delle espressioni facciali, …

Insomma dovremmo imparare ad amare il nostro corpo, a perdonarlo, ad accoglierlo. 

Quello che molto probabilmente le donne stanno esprimendo oggi è che non sono più spaventate oppure non vogliono più essere soggiogate dalla paura di dimostrare l’età anagrafica e “fanno pace” con alcuni dei segni tipici dell’età che passa, primo fra tutti, l’ingrigimento dei capelli. Ingrigimento che in alcuni casi è anche una scelta di stile, una scelta che riconosce il bello anche a un segno tipico dell’invecchiamento che può, anzi deve, poter essere comunque bello e apprezzato.

È importantissimo imparare a far pace con il tempo che passa, lo riconosciamo, lo rispettiamo, ma non per questo smettiamo di prenderci cura di noi.
Penso che sia una questione fondamentale per poter approcciare gli anni dell’invecchiamento nel migliore dei modi, avendo cura di sé e rispettando il susseguirsi naturale degli anni.
Dobbiamo riappropriarci del contatto con noi stessi, dobbiamo ritornare in contatto più reale e fisico con il nostro corpo, solo sentendo il corpo riusciremo a riaprire un dialogo con lui, un dialogo fatto di sensazioni ed emozioni, che danno senso alla vita e che sono di fatto la vera percezione che abbiamo di come stiamo e di cosa ci rende e non ci rende felici.

L’impatto psicologico per una donna penso abbia a che fare principalmente con il tema della libertà e del coraggio, ma serve un po’ di tempo e di lavoro su di sé per imparare a “portare addosso” bene questa libertà e questo coraggio, mettendosi sotto gli occhi attenti di una società dal giudizio facile.

Penso che sia giusto coinvolgere i compagni di vita e prepararli spiegando le motivazioni di questa scelta, dando anche a loro il modo di poter capire il pensiero che c’è dietro, il tema della libertà e dell’emancipazione. È giusto parlarne e accettare anche il fato che l’altro non sia pronto, non sia d’accordo o che non capisca; questo non dovrà cambiare la nostra decisione ma forse un po’ le tempistiche.

È un gesto di emancipazione, e quindi ha la portata evolutiva che gli spetta, è un agito nuovo, sconosciuto e fin troppo facilmente criticabile, quindi la fatica spesa per superare questa “fatica” sociale diviene esperienza condivisa, anche dalle altre donne che stanno a guardare e che passivamente apprendono.

In quanto esseri viventi siamo sottoposti a continui cambiamenti, che mal tolleriamo in quanto naturalmente spaventati da tutto ciò che muta.

Gesti come questo possono aver a che fare con il più semplice senso puramente estetico oppure possono portare con sé la forza di un cambiamento generazionale.

Attenzione, i capelli grigi hanno bisogno di maggiore cura e di più attenzione.

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