La chiave delle relazioni-elena-benvenuti

La chiave delle relazioni

Esiste un metodo efficace per chiudere al meglio quando le cose non vanno più? La sincerità, sempre e solo la sincerità, anche se fa male e anche se è dolorosa, è lo strumento più efficace e più reale per gestire una situazione difficile come la fine di una relazione.

Dovremo gestire la situazione nel pieno rispetto dell’altro, con amorevole compassione rispetto anche alle reazioni che potrà avere, chi viene lasciato deve avere la possibilità di reagire e scalpitare un po’.

Dovremo argomentare bene la decisione presa, senza buttare su di noi tutte le colpe per paura di ferire l’altro. Una fine può essere un grande momento di crescita per entrambi: per crescere bisogna comprendere, se l’altro ha dei modi, degli atteggiamenti, del disinteresse che hanno, fatto deragliare la storia è giusto che lo sappia, magari la prossima volta farà meglio.

 

Le donne soprattutto devono fare attenzione, durante la relazione ma anche quando si dice la parola “fine”, come se l’altro potesse leggere dentro di noi, invece l’altro non ha le chiavi del nostro cervello, l’altro non sa leggere ciò che noi non esprimiamo, è un’illusione che spesso fa finire le storie. Al bando quindi le cose del tipo “lui dovrebbe saperlo, avrebbe dovuto capirlo, se mi ama lo sa…”, se vogliamo qualcosa dobbiamo chiederlo. Se volgiamo comunicare qualcosa dobbiamo dirglielo. Così anche per la fine di un rapporto, non diamo nulla per scontato, parliamo!

Prendiamoci il giusto tempo per comunicare all’altro la fine della storia, no sms, e-mail, telefonate, comunicazioni per interposta persona, prendiamoci il giusto tempo e il giusto modo.

Per deformazione professionale aggiungo una postilla: se la relazione che dobbiamo interrompere è con un soggetto violento, non facciamola da soli, cerchiamo il sostegno di un familiare o di un amico che sia sempre al corrente di ciò che facciamo e degli incontri che avremo con il nostro ex o futuro ex.

Chi ha lasciato avrà il vantaggio temporale di poter decidere prima come organizzare la vita dopo, è fondamentale per non perdersi e per riprendere la vita in mano sin da subito. L’organizzazione e la pianificazione delle attività e del tempo sarà la compagna di viaggio più utile.

Chi viene lasciato deve darsi un po’ di tempo. Si deve comportare come se fosse in convalescenza: prendere le cose con più calma, spostare se si può le decisioni difficili, i lavori difficili; insomma prendersi del tempo da dedicarsi, anche un week end fuori con gli amici o con la famiglia può fare bene, veder posti nuovi, spostare i pensieri su cose belle e piacevoli. Riuscire a reagire subito, anche se non è facile, tentando di focalizzarsi solo sugli aspetti positivi della vita, gli amici, le relazioni belle, ciò che di bello e piacevole ha la vita da offrirci.

Penso poi che la differenza tra lasciare e essere lasciati sia abbastanza sostanziale. Chi ha lasciato dovrà fare i conti con qualche senso di colpa, soprattutto se il partner lasciato lo incolperà della fine della storia, e con un po’ di necessità di ri-settare la vita sull’essere solo, cambio di abitudini, cambio di relazioni, spesso anche necessità di cambiare i luoghi frequentati.

Per chi è stato lasciato invece il post è decisamente più complicato, c’è la sindrome dell’abbandono che a seconda dei soggetti può stimolare depressione oppure rabbia.

Depressione nei soggetti più introversi che si incolperanno di ciò che ha portato alla fine della storia, passeranno del tempo a rivedere tutto ciò che è successo alla ricerca dell’errore commesso. Rabbia, invece, per i soggetti più estroversi che colpevolizzeranno l’altro per la fine della storia, cercheranno negli amici il sostegno sino a diventare, alle volte, logorroici e ripetitivi, alla ricerca di confronto e risposte continue.

Ritornare con un ex è sempre una cattiva idea?

Restare amici è possibile ma difficile. Possibile per quelle coppie che dopo tanto tempo hanno “consumato” la loro relazione sino a portarla naturalmente a una relazione da amici più che da amanti, in quel caso, se si riesce a troncare, rimanere amici non sarà difficile.

Anche per le coppie che al contrario si sono vissute poco, intendo le relazioni con una durata molto breve, soprattutto se prima c’era una relazione di amicizia, non sarà difficile tornare alle origini.

Per tutte le altre situazioni, la vedo molto più difficile, proprio per i motivi espressi prima, alla fine di una storia s’innescano quasi inevitabilmente situazioni di colpa e sensi di colpa che rendono quasi impossibile l’instaurarsi di una relazione di altra natura.

Principalmente quando si viene lasciati, è bene evitare di continuare a cercare di vedere il proprio ex, di stalkerarlo. Evitiamo di caricare su di lui/lei tutte le colpe, la fine di una storia può anche essere il momento giusto per metterci in discussione e rivedere un po’ i nostri modus operandi. 

Se abbiamo lasciato, evitiamo di volerlo/a vedere troppe volte per la preoccupazione che stia male, gli faremo solo del male ulteriore.

Ritornare con un ex non è sempre una cattiva idea… penso che il mondo delle relazioni umane non si possano mai utilizzare affermazioni come “mai, sempre, mai più…”; siamo soggetti fluidi e per questo votati, che lo vogliamo o no, al cambiamento continuo.

Ritornare su una storia finita può essere un grande errore, se non siamo consapevoli di ciò che la fatta finire, di ciò che di diverso abbiamo rispetto all’altro, di ciò che vogliamo diventare; oppure un grande passo evolutivo “consapevole di ciò che non ha funzionato, consapevole di come sono io e come sei tu, ora possiamo tornare alla relazione e costruire qualcosa di valore insieme”.

Nella mia esperienza clinica ho visto “ritorni” funzionare perfettamente e storie che sono andate alla deriva ancor peggio della prima esperienza. Alle volte si torna, inconsapevolmente, anche per ritrovare quel malessere che indubbiamente non ci fa stare bene ma che conosciamo.

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